Caltanissetta: storia e turismo
Caltanissetta: cenni storici
La storia della citta' di Caltanissetta affonda le proprie radici in epoca preistorica ascrivendosi al IV millennio a.C. Infatti, in base alla presenza di reperti
risalenti all'eta' del bronzo e di sepolcri a camera scavati nella roccia, si suppone che la citta' fosse abitata gia' in eta' antichissima. Tuttavia il centro si
sviluppa in modo organico solo durante la colonizzazione greca dell'isola, tant'è che Caltanissetta viene considerata come la continuazione dell'antico sito
di Nissa, una piccola citta' presidiata da Siracusa, posta sul Monte denominato Gibil-Gabib.
Con la fine della seconda guerra punica nel 212 a.C., l'isola passa sotto la dominazione dei romani. Ma la regione conserva per lungo tempo peculiari caratteri
ellenistici poiché la romanizzazione dell'isola rimane superficiale. Lo prova il fatto che i romani non fondarono alcun centro importante in Sicilia. La loro influenza
è visibile nelle campagne piuttosto che nelle città; ad esempio, a Caltanissetta, tracce romane sono ravvisabili nell'Abbazia di S. Spirito, antico avamposto
militare, successivamente trasformato in granaio e poi in Abbazia. Gli Arabi, nell’’831, vi stanziarono oltre trecento famiglie provenienti dalla Tunisia;
e i Normanni, che nel 1087 occuparono Nissa; nel 1153 vi consacrarono nei pressi la bella chiesa romanica di Santo Spirito, fondata dal Gran Conte Ruggero e dalla
sorella Adelasia.
Nel 1086, quando il Conte Ruggero conquista il Castello di Pietrarossa, i Normanni pongono fine al dominio arabo, restituendo l'isola alla giurisdizione della chiesa
romana ed instaurando il sistema feudale nelle campagne. La regione diviene, in tal modo, una terra di netto predominio aristocratico. Nella seconda metà del
1100 la città passa agli Svevi; in particolare si deve a Federico II l'istituzione di S. Maria degli Angeli come chiesa parrocchiale.
Nel periodo Normanno (1060 – 1194) la città cominciò a chiamarsi Calatanesat mentre alla fine del secolo XII si chiama Già Caltanixettum, come
sappiamo dallo storico medievale Ugo Falcando. Re Martino I nel 1407 nominò conte di Caltanissetta il nobile Matteo Moncada, che cedette al re, in cambio, la
signoria di Augusta: e i Moncada dominarono la città per 405 anni, fino al 1812, cioè fino a quando fu abolita la feudalità in Sicilia.
Nella "Età dei viceré", che in Sicilia va dal 1412 al 1713, e sono il dominio dei Moncada, fu costruito sul fiume Salso, presso Caltanissetta, nel 1553, da
maestranze veneziane, per favorire l’esportazione dello zolfo, il bellissimo Ponte di Capodarso, alto quasi 20 metri, e con una armoniosa e possente arcata, ancor
oggi visibile sebbene sovrastata dalla superstrada Catania – Gela.
Nel 1718 Caltanissetta fu uno dei centri della rivolta antisavoiarda in Sicilia; e le truppe del re sabaudo Vittorio Amedeo II, guidate dal viceré piemontese Annibale
Maffei, furono costrette ad abbandonare la città l’11 luglio causando 53 vittime tra i nisseni, e perdento 17 soldati sabaudi.
Durante il dominio borbonico, durato dal 1735 al 1860, Caltanissetta, grazie al suo grande giurista Mauro Tumminelli, nel 1818 fu elevata a capoluogo di provincia; e
pertanto, nel 1820, i nisseni non vollero associarsi alle velleità separatistiche di Palermo, e dovettero subire la violenza delle bande armate del principe di
San Cataldo, che formate soprattutto da ex galeotti evasi dalle carceri, ed avide di sangue e di bottino, incendiarono il quartiere della Grazia, e devastarono uffici
pubblici e abitazioni private. Infine, dopo il lungo dominio spagnolo e borbonico, nel 1860 Caltanissetta viene annessa al Regno d'Italia.
Turismo Caltanissetta
Da vedere: la chiesa di Santa Maria degli Angeli (detta la Vetere), l’Abbazia di Santo Spirito, la Fontana del tritone, il Castello di Pietrarossa, Palazzo
Testasecca, Palazzo Benintende, Palazzo Provinciale, Palazzo del Carmine, Palazzo Moncada (Beauffremont), il parco archeologico di Sabucina.
Curioso è il fenomeno naturale delle Maccalube di Terrapelata, le Maccalube (dall'arabo maqlub, terra che si rivolta) sono un un particolare quanto raro fenomeno
di vulcanesimo sedimentario che si manifestano nella zona nissena di Terrapelata, la cosiddetta Collina dei vulcanelli.